Scritto da: pcerini 29/06/2007 16.00
"rispetta questo ambiente virtuale non usando mai insulti e parole oscene"
Sei decisamente fuori strada,io stesso ho perso completamente la pazienza dopo un paio di insulti
Il fatto e' che usano due pesi e due misure.
Per alcuni (credenti in generale) un insulto rivolto da un credente ad un ateo non e' un insulto, e' anzi una specie di "giustizia divina".
Per carita', stessa cosa, a parte il "divino", anche per noi.
Dare dell' imbecille ad un fondamentalista fanatico per noi e' "dovere civico".
La differenza consiste nei modi: subdoli e striscianti nonche' poco evidenti i loro, aperti e diretti i nostri.
Io personalmente non mi faccio fregare e me ne strafotto delle apparenze tanto care a loro, chiamo le cose col giusto nome e assegno alle persone gli aggettivi che meritano.
Apertamente, lealmente, aborrendo al contrario di molti di loro le vie private e assumendomi IN PUBBLICO ogni responsabilita' di quanto scrivo.
Non si puo' parlare di una pecora, per esempio, omettendo di dire che bela se no si offende. O che ha la lana. O che e' stupida. O che puzza.
E via dicendo.
Per concludere, noi atei non abbiamo bisogno di rinnegare gli insegnamenti di una fede, come fanno loro col famoso "non giudicare", di cui si ricordano solo quando tocca a loro "star sotto".
Ciao
Claudio
“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer