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La Regina di quadri

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2007 15:39
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Una volta si diceva "giugno la falce in pugno", sembra invece che, pian piano, il detto potrebbe essere affiancato da un altro dalle nuove origini del tipo "giugno, la tavola impugno". Ci arriva da un utente la segnalazione della scoperta, ieri, 10 giugno 2007, di un cerchio del grano nel comune di Monteu da Po, nei pressi di Mezzana.




Bello, davvero bello, netto nelle linee, misurato e cioè con un sapiente uso di tecnica ma senza quelle esagerazioni che appesantiscono molte opere sui campi, con quel pizzico di originalità (rispetto ad altri cerchi italiani a sviluppo pressoché simile) dovuto all'uso di quei 12 quadri che ne fanno un "quadro" sul grano da ammirare e che ricorda certi crop circles inglesi della fine degli anni novanta.


Le sue dimensioni, a giudicare le linee sul terreno, sono di tutto rispetto, superano i sessanta metri di diametro occupando perciò uno spazio di circa 3600 m2.

Il Piemonte quindi, stranamente sottotono in questa stagione dei cerchi, alza il tiro privilegiando la qualità rispetto alla quantità e, se questi sono i risultati, concordiamo con la scelta.



12 quadratini, dodici, come la Queen della dodicesima di un mazzo di carte.

www.margheritacampaniolo.it/crop_circles_2007/monteu07.htm

[Modificato da parliamonepino 23/06/2007 20.52]




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Dentro la traccia di Casine di Paterno


Se son gli alieni sono mistici e salvifici, se son gli umani sono burloni. Quando si dice non avere il senso della via di mezzo.

Se ha radiazione interna è misterioso, se ce l'ha fuori, anche; se ha le spighe spezzate è vero, oppure falso, o vero, o falso... Quando si dice tutto fa brodo, a prescindere.

di Margherita Campaniolo

Una brillante inviata speciale si è recata, per Space Freedom, all'interno del maestoso fiore di Casine di Paterno; ci ha restituito impressioni, commenti e dati, oltre che ad immagini, che presto resteranno le poche ed ultime dell'evento di quei luoghi. La mietitura non credo tarderà molto ad essere effettuata.

Iniziamo con una panoramica in lontananza, ora che sono trascorsi dei giorni.

Nonostante siano trascorsi 5 giorni dal rinvenimento ed i tanti visitatori "ospitati", il crop circle mantiene una sua "freschezza" ed è evidente come i numerosissimi visitatori che sono andati dentro al cerchio sono stati attenti, in larga parte, a seguire le tracce dei mezzi agricoli. La bellezza di questa immagine è data dalla presenza delle persone all'interno dell'agroglifo che, in tal modo, dimostra tutta la sua maestosità. Ho letto, sulla stampa, misure dichiarate della formazione dai 40 ai 70 metri di diametro. Oggi possiamo confermare con certezza quanto da noi ipotizzato e cioè che il cerchio raggiunge tranquillamente i 90 metri di diametro poiché la nostra inviata conferma che lo spazio tra un solco ed un altro dei trattori misura 15 metri ed il crop circle ne copre, abbondantemente, un numero di 6.

Nella zona i commenti sono tra i più disparati: c'è chi dice si tratti di opera umana, chi pone dubbi e pensa al sovrumano e chi non si pone affatto la questione dell'origine e si limita a goderne l'immagine oltre che ad affermare che è proprio bello!

Vediamo ora di commentare noi uno dei tanti articoli apparsi su questo cerchio, per la precisione quello a firma Mirco Donati per la Riviera del Conero. L'autore, nell'articolo, prende in considerazione, un paio di volte, l'ipotesi dell'opera di burloni e dice che non è fuori dalla portata di tutti produrre un disegno come quello: "Basta una buona conoscenza della geometria, un metro, un po’ di manodopera e il cerchio è disegnato". Bene, sorprenderà chi sta leggendo quanto dirò, ma non sono d'accordo con Donati: non nego l'esistenza dei burloni ma è qualunquista e riduttivo definire, come tali, gli eventuali autori umani; alla portata umana sì ma con una acquisita maestria sul campo; se si organizza una squadra di 6, 7 uomini presi "dalla strada", magari un paio di professori di matematica, un falegname, un muratore, un architetto ecc.. per fare un cerchio nel grano come quello di Casine, verrebbe fuori un crop circle dall'aspetto tutt'altro che gradevole. Basta guardare altre "opere" italiche di quest'anno per averne un'idea; teoria senza pratica e, nemmeno con la magia, avrete opere gradevoli (Casanova incluso). Insomma, non si improvvisa un cerchio nel grano né ci si può improvvisare circlemakers (burloni invece sì).

Da contraltare alle ipotesi di Donati vi è il pronunciamento di un esponente del centro Ufologico Nazionale che, il pomeriggio dell'11 giugno, per due ore, ha esaminato il crop circle e ne ha tratto indizi di singolarità. Vediamo alcuni punti salienti: "All’interno dei cerchi le spighe sono spezzate alla base e hanno tutte una piegatura di venti gradi."

Veramente eravamo convinti di avere capito che, le piante, se spezzate, stavano ad indicare la non autenticità dal cerchio... Forse c'è stato un errore di trascrizione o interpretazione di quanto riferito dall'esperto; forse il termine usato era stato piegate, e viene da chiedersi: ma se non fossero piegate, avremmo un crop circle o semplicemente un campo di grano?

L'esperto ha effettuato rilevamenti per due ore su un cerchio che copre circa 10mila metri quadrati di piante e, quindi, come avrà mai fatto a misurare e trarre una media del grado di piegatura di tutte queste?


"I noduli si sono ingrossati, come se fossero stati bruciati. Toccandoli, sono più duri del resto della pianta. Per questo dico che potrebbero essere stati usati dei raggi a radio frequenza dall’alto". I nodi, osservati bene in data 11 e 12 giugno dalla nostra inviata, non presentavano una forte risposta gravitropica e questo è giustificato dello stadio avanzato di maturazione delle spighe, dal loro metabolismo ormai troppo lento.

I nodi, quando bruciati, non assumono aspetto ingrossato; tutti i nodi sono duri, notevolmente più duri di tutto il resto del culmo. Un fascio di raggi a radio frequenza "sparato" su un campo di spighe non produce alcuno spostamento, piegatura, ingrossamento di culmo e parti del culmo. Chi, quando e dove si sono effettuati esperimenti che attestano il contrario?

"Se fossero stati fatti da almeno dieci persone, avrebbero dovuto impiegare almeno dieci ore”. Non commentiamo nemmeno. Se il dato precedente, per quanto sbandierato, non è mai stato provato sperimentalmente, quest'ultimo invece può essere decisamente verificato e lo è stato fatto centinaia di volte; invitiamo l'esperto ad organizzare un esperimento controllato e ad assistere alla creazione di una medesima opera (per dimensione e disegno) effettuata di notte da circlemakers pratici e stare a cronometrare. Questo basterebbe ad evitare affermazioni siffatte.

“Non ci sono radiazioni all’interno dei cerchi ma ho verificato la presenza di alcuni picchi di radioattività a tre chilometri di distanza". Grazie dell'informazione anche se non riusciamo a ricondurla al caso Casine di Paterno o ai crop circles in genere. Per favore... non incentiviamo l'elaborazione di nuove teorie del tipo "alla distanza del quadrato del raggio per la circonferenza del cerchio maggiore, diviso il decimo del raggio del cerchio minore elevato al numero dei cerchi ecc.. ecc..."

Abbiamo verificato che la tecnica usata ha escluso l'effettuazione di buchi da "paletto" (sinonimo ulteriore di pratica più che buona). Purtroppo il cerchio non ci dice altro dei suoi autori: organizzati, pianificati, dalla buona tecnica, documentati e dal buon gusto. La loro opera avrebbe meritato una foto aerea, come accaduto per quella dei colleghi di Monteu da Po. A mio parere avevano previsto anche quello, e cioè l'eventualità che nessuno si sarebbe presa la briga di sorvolarlo per immortalarlo; hanno quindi scelto accuratamente il campo giusto nel posto e con la giusta visuale, pur facendo una fatica in più, in termini realizzativi, per l'inclinazione del campo.

Meno male! Sarebbe stato un peccato vedere questo cerchio nel grano solamente come in queste ultime, seppur necessarie, immagini di Patrizia A. che, nel suo sopralluogo, ha scovato il particolare qui su ripreso.

Grazie Patrizia, a titolo personale; un segno, una scalfitura.

E' un po' come leggere la firma dell'artista di un'opera che ci ha dato tanto. Grazie.

Data: 16 giugno 2007

Autore: Margherita Campaniolo

www.margheritacampaniolo.it/crop_circles_2007/casine2.htm



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Meraviglie al microscopio


I diagrammi di Tommy Borms di due italiche formazioni.

Borms s'intrattiene con noi per parlare di crop circles: "L'unico modo per essere all'interno di un simbolo invece di guardarlo tramite foto o pittura"


SF - Tommy, tu vivi a Aalst, in Belgio, terra di crop circles ormai da qualche anno. Gestisci un sito internet con un database nazionale. Cosa sono per te i crop circles?

TB - I crop sono simboli temporanei viventi, rappresentano l'unico modo per essere all'interno di un simbolo invece di guardarlo tramite foto o pittura. Credo che attraggono ed innescano fenomeni paranormali. Gli effetti possono essere positivi e curativi, l'aspetto che m'intriga maggiormente è quello paranormale.

SF - Cosa significa, per te, fare diagrammi di crop circles?

TB - Fare i diagrammi per me significa fare rivivere la costruzione dei simboli.

Ho creato oltre 1000 simboli ma solo una volta il simbolo è apparso sul campo (con solo una leggera differenza). Una volta, nel 2005, ho visto un ufo in Inghilterra ed ha avuto un'esperienza OBE; questi simboli mi sono rimasti davanti agli occhi, e continuavano a "girarmi" attorno, per ore.

SF - Se non ci fossero più i crop circles, perderemmo qualcosa?

TB - Che non succeda mai! ;-)

Ringraziamo Tommy per la cortese chiacchierata ed ora ammiriamo i crop circles italiani rappresentati graficamente


Monteu da Po - 9/10 giugno 2007



Tra Casine di Paterno e Sappanico (Ancora) 10/11 giugno 2007



www.margheritacampaniolo.it/crop_circles_2007/diagrammi.htm
CHE NE PENSATE?

[Modificato da parliamonepino 24/06/2007 15.14]




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Ammirare e tacere


di Margherita Campaniolo

Sono ancora tanti quelli che mi scrivono o si avvicinano per chiedermi il "perché" dei cerchi nel grano. Ecco, crop circles come quelli di Ronco, Forlì, ne danno la risposta, una risposta muta alla quale si ribatte con altrettanto silenzio: ammirare e tacere.


Altri si affannano invece alla ricerca dei significati, del distinguere quelli esoterici da quelli energetici da proteggere dai falsi privi di alcun effetto... Che sciocchezze, che assurde sciocchezze...

Ammirare e tacere; tacere finalmente, e dare spazio, col silenzio, a tutto ciò che parla e parla dentro di noi, sovrastato da un chiasso tale da renderlo un semplice ed insignificante "rumore di fondo".

Non esiste una traslitterazione universale per i cerchi; se ammirando questo cerchio io penso ad un fiore ma ad un fiore molto speciale, il fiore pirandelliano dell'"Uomo dal fiore in bocca" (che fiore non era bensì un tumore maligno) non stupitevi, ne prendetelo come un suggerimento o peggio, un presagio.

l protagonista del "fiore", salutando l'avventore dice:

"… mi faccia un piacere, domattina, quando arriverà. Mi figuro che il paesello disterà un poco dalla stazione. All'alba, lei può fare la strada a piedi. Il primo cespuglietto d'erba su la proda. Ne conti i fili per me. Quanti fili saranno, tanti giorni ancora io vivrò... Ma lo scelga bello grosso, mi raccomando... Buona notte, caro signore…"


Schema della formazione di Ronco, Forlì. Immagine credit Demetrio Santini (che si ringrazia)


Pare un messaggio lugubre? No, affatto; quanti più saranno quelli che ammireranno e taceranno di fronte ad un cerchio nel grano, nell'orzo, nell'erba, nella colza ecc.... tanto più l'umanità avrà la speranza di continuare il suo viaggio.



Data: 27 maggio 2007

Autore: Margherita Campaniolo

www.margheritacampaniolo.it/crop_circles_2007/ronco_forlì.htm




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Prende l'iniziativa il fronte opposto a quello del sindaco, convegno a Palazzo Francescani
"Non c'è un bel nulla di paranormale"



MONTEGRANARO - Si terrà questa mattina la presentazione del convegno-dibattito Cerchi nel grano, un viaggio tra scienza e mistero che si terrà sabato prossimo alle ore 17.00 a palazzo Francescani. Un evento destinato a far parlare di sicuramente di sé. Perché, lo stesso, che tra l'altro vede il patrocinio dell'amministrazione provinciale, si pone, per volontà degli organizzatori, i cui nomi e volti si sveleranno oggi, come una sorta di anticonvegno a quelli organizzati fino a oggi dal Comune di Montegranaro sullo stesso argomento.

Siamo stanchi di sentire dire - affermano i promotori - che nel nostro paese arrivano gli alieni. Stanchi a tal punto che, a salire sul palco e a spiegare che i cerchi nel grano sono esclusivamente il frutto non dell'opera di una mano ignota bensì dell'uomo, ci sarà Francesco Grassi, ingegnere elettronico e esponente del Cicap, comitato italiano per le affermazioni sul paranormale. Lo stesso nella sua relazione cercherà di dimostrare come di alieno, dietro gli strani disegni che appaiono numerosi nel mondo, ci sia davvero poco.

Cerchi di grano di Montegranaro e dintorni naturalmente compresi. Prevedibile dunque l'ondata di reazioni che inevitabilmente ci saranno visto che, più di una volta, si è parlato di autenticità dei cerchi di grano montegranaresi. Inoltre, proprio nei giorni scorsi, proprio sui convegni promossi dall'amministrazione comunale, si era sollevato già un vespaio di polemiche. A gettare benzina sul fuoco ci aveva pensato il consigliere comunale di Rifondazione Comunista Giacomo Beverati che aveva parlato di spreco di risorse pubbliche per finanziarie iniziative che interessano e pochi e che soprattutto alimentano convinzioni che nulla hanno a che vedere con la nostra cultura e nulla hanno di scientifico. Ancora. Beverati aveva anche contestato la scarsa partecipazione ai convegni, e il fatto che, anche le scuole, erano state chiamate a partecipare agli eventi dove è sempre mancato il contraddittorio visto che solo una tesi è stata quella illustrata. Infine, sempre Beverati, aveva anche espresso il proprio disappunto per il no al patrocinio per il convegno del 17 da parte dell'amministrazione comunale. Patrocinio che poi, come già detto, è stato concesso dall'amministrazione provinciale il cui stemma campeggia in bella vista sulle locandine dell'iniziativa. Immediata era arrivata la replica del primo cittadino Giovanni Basso che aveva difeso la convegnistica organizzata dall'amministrazione comunale e aveva rispedito al mittente tutte le accuse. Il botta e risposta si sarebbe dovuto spostare poi in consiglio comunale, lo stesso sindaco aveva anche rimandato a quella sede ulteriori precisazioni, visto che il consigliere targato Rc aveva anche presentato un'interrogazione comunale ma poi, la discussione, è stata rimandata a prossima seduta. Ora bisognerà vedere l'effetto di questo convegno e lo strascico polemico che si porterà dietro. Tra l'altro, curiosità a margine, il grano sta maturando e proprio il mese di giugno è solitamente quello in cui compaiono i cerchi di grano.




Data: 10 giugno 2006

Fonte:Cronaca di Monte Granaro Corriere Adriatico


www.margheritacampaniolo.it/Crop_circles_06/montegranaro2.htm



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dal CICAP
Anche quest’anno in terra piemontese sono apparse alcune figure tracciate nei campi di cereali: a Macello si trattava di un semplice disco; a Roddi di tre cerchi; a Caravino ha l’aspetto di un piccolo sistema planetario, composto da un corpo centrale e da tre orbite esterne; ignota la forma del cerchio di Canove di Govone, avvistato domenica 10 luglio; è una complessa stella a sette punte la formazione di Monteu da Po, anch’essa avvistata il 10 luglio. Lunedì 11 luglio il settimanale La voce del Canavese ha parlato di una formazione che sarebbe apparsa nel mese di giugno a Mazzè e che non sarebbe stata fotografata se non dopo la trebbiatura; secondo la giornalista, la traccia consisteva in tre cerchi disposti a triangolo. La formazione più recente è quella segnalata il 24 luglio ad Alessandria.

I "segni" trovati nel novarese sono i meno significativi perché non mostrano alcuna simmetria o disegno riconoscibile; vengono ricordati in questo articolo soltanto perché qualche giornale li ha legati al fenomeno Crop Circles. L’unica formazione la cui paternità è certa è quella comparsa a Bra (CN) la notte tra il 2 e il 3 luglio e che potete vedere riprodotta sulla copertina di questo numero di S&P.



In quell’occasione il CICAP ha offerto agli allievi del IV Corso di indagine scientifica del presunto paranormale la possibilità di creare un vero crop circle in un campo di grano.Vediamo com’è andata.


Una ricostruzione grafica delle tracce ritrovate in Piemonte nel 2005 di cui si ha una testimonianza fotografica.

Le dichiarazioni di autenticità

Quasi tutti i crop circles comparsi nel corso del 2005 in piemonte sono stati ritenuti opera umana. Fa eccezione il cerchio di Macello, che secondo Giovanna De Liso non sarebbe opera di un burlone. Le prove di quanto afferma sarebbero tre:

l’assenza di tracce d’ingresso al campo;
l’intreccio a "nido d’uccello", con andamento rotatorio in senso orario;
l’allungamento dei nodi delle spighe.
Assenza di tracce d’ingresso al campo. Durante l’indagine dell’anno scorso presso il crop circle di Fossano avevamo già dimostrato che è possibile aggirarsi per un campo di grano senza lasciare alcuna traccia di passaggio: è sufficiente camminare lungo le tramlines - ovvero le tracce lasciate dalle ruote dei trattori dove non sono cresciute piante. Rimandiamo dunque all’indagine 2004, dove abbiamo pubblicato anche qualche fotografia dell’esperimento (vedi qui: www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=indagini_in&content=cropcircl...


Intreccio a nido d’uccello. L’intreccio a nido d’uccello è esattamente quanto si produce con la tecnica dell’asse sotto il piede: la pressione meccanica eseguita in senso rotatorio non crea l’effetto domino (che invece è osservabile nei tratti rettilinei dei crop circles) ma l’effetto "nido d’uccello". È sufficiente una prova pratica per rendersene conto.


Allungamento dei nodi delle spighe. Quando si accede all’interno di un crop circle, le spighe coricate che si raccolgono mostrano delle vistose pieghe sui nodi. Se si prova a piegare manualmente una spiga in un nodo, questa si spezza oppure si appiattisce senza allungare il nodo. Ecco un confronto tra un nodo allungato "naturalmente" (a sinistra) e ad uno forzato "manualmente" (immagine a destra).

L’esperienza di ritrovare nodi piegati in quel modo è sorprendente per chi non conosce bene la natura delle spighe e il comportamento che hanno quando vengono "allettate" da una forza meccanica (quale può essere il vento, la pioggia o l’asse di legno di un circlemaker).


Tre di questi quattro campioni sono stati raccolti all’interno di un campo di grano in cui era transitata un’automobile (immagine a sinistra)

Sulle due tracce lasciate dagli pneumatici, le spighe piegate mostravano caratteristiche diverse. Il campione indicato con il numero 3, invece, proveniva da un punto all’esterno delle due tracce, ed è stato piegato manualmente per mostrare la differenza rispetto alle pieghe "naturali".

Cos’ha provocato l’allungamento dei nodi nei campioni 1, 2 e 4 (che nel primo caso ha quasi raggiunto l’angolo di 90 gradi)?

Il fenomeno è noto agli agronomi come fototropismo: molti organismi vegetali tendono a dirigersi naturalmente verso gli stimoli luminosi. Nel caso delle spighe, dopo che una sollecitazione meccanica le ha coricate, queste tendono a rialzarsi facendo forza sui nodi (vedi grafico sotto).

Le spighe che riescono ad alzarsi, si trovano poi sollevate rispetto al piano del terreno. Altre si intrecceranno naturalmente fra di loro, formando degli estetici effetti "canestro". Il tutto senza l’intervento di forze sconosciute.

Il fototropismo non è l’unica causa dell’allungamento dei nodi: esistono anche ragioni patologiche legate alla natura delle spighe coinvolte.

La posizione del CICAP sull’origine dei "Crop Circle"

La distinzione tra genuinità o meno di un crop circle non è ben definita. Non esistendo alcun ente di certificazione di autenticità delle formazioni né un definitivo criterio stabilito per capire se una serie di cerchi nel grano sia opera umana o no, esistono diversi atteggiamenti. Il CICAP ha una posizione ben precisa, e dichiara che la paternità delle formazioni nel grano è umana fino a prova contraria; molti altri gruppi, ufologici o meno, e i sostenitori della misteriosità del fenomeno trovano invece un vantaggio nel non prendere posizione. Il CICAP esprime una propria tesi, accettando il rischio che possa essere contestata; i sostenitori della misteriosità del fenomeno, invece, hanno in genere poco interesse a pronunciarsi sulla genuinità delle singole formazioni perché questo esporrebbe gli eventuali "esperti" a essere smentiti dagli autori delle stesse.

Il CICAP ritiene che la giusta chiave di lettura sia quella di interpretare i crop circles come espressioni artistiche, e che dietro a tutto questo non ci sia nulla di paranormale o alieno, ma un folto gruppo di artisti che approfittano dell’oscurità per dare vita ad una vera e propria forma di "Land Art", seppure avvolta da un affascinante alone di mistero.

Un elemento molto evidente fra gli altri, a riprova dell’origine umana delle formazioni, è l’evoluzione progressiva, da semplici cerchi in disegni via via più complicati. Ciò mostra chiaramente delle abilità umane all’opera.

È infatti possibile riscontrare nell’evoluzione delle formazioni la presenza di idee artistiche che vengono iniziate, esplorate, portate all’esasperazione e poi abbandonate, così come in qualsiasi attività artistica umana.

Quello passato è il terzo anno del fenomeno in Italia; nel corso del 2004 sono state segnalate più di 15 formazioni, alcune delle quali sicuramente più complesse di quelle del 2003. Il fenomeno potrebbe crescere nei prossimi anni ed è facile prevedere che le formazioni diventeranno sempre più articolate. Una delle qualità umane, d’altronde, è proprio cercare di migliorarsi sempre.


L’esercitazione del Corso del CICAP

Ma come si fa ad appiattire il grano per fare un crop circle? Ci vogliono strumenti ad alta tecnologia? Il CICAP continua a dire: "Niente di tecnologico per appiattire il grano, si usano tavole da mettere sotto il piede e da tenere con le corde fissate ai lati delle tavole stesse". Sarà vero?

L’ultima lezione del IV Corso di Indagine Scientifica del Presunto Paranormale, organizzato dal CICAP a Torino, aveva come titolo "UFO e Cerchi nel Grano". I docenti erano i più esperti che si potessero trovare sulla piazza, Marco Morocutti e Francesco Grassi del CICAP, insieme a Edoardo Russo del CISU, ma quello che faceva venire l’acquolina in bocca era l’esercitazione pratica: andare nottetempo su un vero campo di grano, e far comparire un vero cerchio!

Quello che segue è un resoconto dell’avventura...

Martedì 28 giugno 2005

Finalmente abbiamo la conferma: i proprietari di un campo di grano vicino a Bra sono disposti a rimandare la trebbiatura di una striscia grande abbastanza per fare il cerchio che abbiamo in mente. Ci accordiamo per rimborsare la piccola parte di grano danneggiato, e loro ci lasceranno tutta la mattinata di domenica per fotografare il cerchio dall’alto, prima di terminare il lavoro.

Venerdì 1 luglio 2005

Stefano telefona all’Aeroclub di Fossano, per chiedere se è possibile organizzare un breve volo per la mattina di domenica. La segretaria dell’Aeroclub ci chiede dove vogliamo andare.

"A fotografare un campo, vicino a Bra"

"Ma il campo da calcio in costruzione?"

"No, si tratta di un campo di grano"

"Aaaah, eccone degli altri fissati coi cerchi. OK, si può fare, appuntamento alle 10.30 all’aeroporto di Cuneo. Se ce la fate in mezz’ora di volo con il Piper ve la cavate con un centinaio di euro".

Poteva andare peggio...

Dobbiamo inoltre organizzarci per non farci arrestare: avere una dichiarazione firmata dai proprietari del campo, avvertire i carabinieri che saremo lì la notte, cose così. Intanto Sergio Brizio, il nostro "corrispondente" da Bra, ci manda qualche foto del campo fatta dalla forca di un elevatore. Bellissimo! Non vediamo l’ora di disegnarci sopra...

Sabato 2 luglio 2005 mattina

La mattinata trascorre negli ultimi preparativi. Ci sono da comprare corde ed assi (eh sì, proprio loro!), da richiamare per conferma i proprietari del campo e l’Aeroclub, da comprare il necessario per il Coffee Break al corso... ovviamente gli organizzatori (Andrea, Stefano e Mariano) arrivano in ritardo, quando già Francesco Grassi e Marco Morocutti hanno cominciato a far conoscenza con gli allievi. Al pomeriggio, Andrea e Stefano vanno in avanscoperta a Bra, per misurare con cura il campo e capire bene dove si trova, in modo da saperlo ritrovare al buio. Il campo è in fondo ad una stradina sterrata tutta buche, non si vede una casa nei dintorni, certamente nessuno verrà a disturbarci. Andrea e Sergio misurano il campo...

Maledizione! Al manovratore della mietitrebbia deve essere scappata la mano. Il campo è molto lungo, più di cento metri, ma una ventina di metri più stretto del previsto. Andrea telefona immediatamente a Torino per avvisare Francesco e i corsisti: bisogna rifare i conti sul disegno, ed è meglio non doverli fare al buio. Ne approfittiamo anche per rilevare la posizione col GPS: sarà più facile trovare il cerchio dal cielo, domenica.


Sabato 2 luglio 2005 sera

Arriva la sera, e gli allievi del corso raggiungono Bra insieme a Mariano, Francesco e Marco. Ci spostiamo in una pizzeria, dove prendiamo gli ultimi accordi e Francesco mostra finalmente il disegno, con le quote corrette per la nuova dimensione del campo. Mariano, invece, si concentra sul menu della pizzeria. Ma non è poi così lontano dal tema della serata: Grassi ha più volte ricordato che la pizza altro non è che un "cerchio di grano".

Marco Morocutti ha con sé la fida videocamera: spera di immortalare i lavori su nastro, ma qualcosa non va... evidentemente le "energie" che agirebbero all’interno dei crop circle riescono ad agire prima ancora che la formazione venga realizzata e altrove. Siamo ancora in pizzeria, e il comportamento della telecamera è già anomalo; in altre parole, è completamente fuori uso. Si dovrà limitare ad una registrazione audio...

Il cerchio finito avrà una trentina di metri di diametro. Speravamo di poter fare qualcosa di più grande, ma il campo è quello che è (e noi siamo anche tutti principianti assoluti, quindi non vogliamo neanche strafare!).


Sabato 2 luglio 2005 notte

Ci spostiamo sul campo. Per quanto siamo nella più piena legalità, per capire come funzioni e "ricreare l’atmosfera" del vero circlemaking abbiamo deciso di comportarci come se non volessimo farci beccare: abiti scuri, niente luci o quasi. In "tenuta da circlemaker" prepariamo gli attrezzi. È sorprendente come, anche in una notte senza luna, gli occhi si adattino al buio! Per non guastare la visione notturna, poche foto col flash, e chiudendo gli occhi...

Ed eccoci al lavoro, con la famigerata e discussa tecnica "assi e corde!" Non ci vuole veramente altro, ed è sorprendentemente facile e veloce una volta che uno impara qualche trucco (che vi lasceremo scoprire da soli: come i prestigiatori, anche i circlemaker hanno i loro piccoli segreti!).

Siamo assolutamente troppi per un cerchio di queste dimensioni, e molti sono spesso inattivi. Andrea e Stefano ne approfittano per un pisolino prima di rientrare a casa. Domani li aspetta un’altra avventura.


Domenica 3 luglio

Dopo essere andati a letto alle quattro, arrivare all’Aeroporto Internazionale di Cuneo-Levaldigi per le dieci e mezza è un’impresa quasi titanica, ma Andrea e Stefano non si fanno spaventare e fanno conoscenza con il loro prossimo mezzo di trasporto, un eroico Piper Warrior II della fine degli anni ‘70, pilotato da un signore baffuto con l’aria da cow-boy. Non è un Airbus, ma almeno è di alluminio: meglio dell’ultraleggero di due anni fa, fatto di legno e tela...

Mentre gli allievi del corso, a Torino, sono in visita all’archivio del CISU, si decolla. Dopo una ventina di minuti di volo il GPS, per l’occasione trasformato in "rivelatore di cerchi nel grano" comincia a fare bip: ci dovremmo essere!

E infatti eccolo! Al buio non si capiva assolutamente come fosse venuto, ma non sembrano esserci errori. La notte lo spazio rimasto ci era sembrato molto minore: peccato, forse avremmo potuto farne un secondo nella parte di campo rimasta intatta.




Chiediamo al pilota di avvicinarsi e fare qualche giro intorno al cerchio. L’aereo è veloce, si inclina e balla moltissimo: è difficile fare le foto, ed infatti vengono quasi tutte leggermente mosse, ma il cerchio è regolare e senza difetti.

Bene, siamo assolutamente soddisfatti del risultato ottenuto! Francamente non ci saremmo aspettati un risultato del genere e sui visi di tutti gli allievi si legge una grande soddisfazione nel vedere l’opera realizzata.

Missione compiuta!

Stefano Bagnasco
Fisico, ricercatore - I.N.F.N. e Università di Torino
Socio effettivo CICAP


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Tratto da Scienza & Paranormale n. 63






Nounou
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Il cuore ha delle ragioni che la ragione non conosce.
Blaise Pascal


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