Integrazione o Rivolta degli immigrati

12 Aprile 2007

Le bandiere rosse di via Paolo Sarpi

La bandiera della Repubblica Popolare Cinese è stata issata su Milano, sventolata dai balconi. La stella a cinque punte su sfondo rosso ha brillato durante una calda giornata di primavera. E’ la vittoria della più importante Chinatown di Europa contro i vigili e la loro volontà di fare le multe. Le forze antisommossa sono intervenute, ma sono state respinte, 14 sono finiti all’ospedale. Alcune auto sono state ribaltate. Anche i cinesi le hanno prese e cinque sono stati ricoverati.
Sembra che tutto sia nato dallo zelo di una vigilessa e dalla reazione della comunità cinese. Ma una multa non può scatenare una rivolta. La diversità, la mancata integrazione e le tensioni che durano da anni sì. Via Paolo Sarpi e dintorni sono un ghetto, o meglio un autoghetto. E’ come essere a Pechino, forse meglio. I negozi italiani scompaiono, i vecchi residenti se ne vanno. E’ un’enclave.
I ghetti, ce lo insegna la Storia, portano male a chi li abita. Sono centri di solidarietà culturale e etnica. Ma sono isolati, circondati dal mare dei diversi.
Mi hanno colpito le tante bandiere cinesi, l’orgoglio di chi le portava. E mi sono chiesto quale significato hanno. Una volta chi arrivava a Milano voleva subito farsi adottare e diventare milanes. Oggi si porta la bandiera da casa.
I ghetti sono pericolosi per chi ci vive, odiati da chi li circonda. L’integrazione è l’obiettivo che abbiamo per chi arriva nel nostro Paese? E allora integriamoli e proibiamo i ghetti. In un quartiere non deve poter vivere più di una certa percentuale di nordafricani, di cinesi, di filippini, insieme agli italiani. Lo stesso nelle scuole. E chi arriva deve volersi integrare, imparare la nostra lingua, sventolare la nostra bandiera. O andarsene. L'Italia non ha mai avuto guerre di religione e guerre etniche. Andarsele a cercare è da temerari e anche un po’ da idioti.

fonte:
www.beppegrillo.it/2007/04/le_bandiere_ros.html

Non restano nei nostri cimiteri, preferiscono i loro, così come preferiscono i loro dottori, le loro banche, i loro negozi. I cinesi non frequentano (se non assai raramente) gli italiani, non comprano nei nostri negozi, non hanno alcun interesse a dialogare con il padrone di casa che li ospita.
Padroni di farlo, per carità, ma ciò pone inevitabilmente dei problemi di convivenza che nascono quando l’ “altro” non si conosce, quando la non conoscenza si trasforma in diffidenza e può trasformarsi, in ragione di ciò, facilmente in violenza.

Caro Pino,

Ho abitato per un'anno in via Paolo Sarpi, e credo che sia la zona tra le piu' belle di Milano.

Il cimitero Monumentale e' un capolavoro di architettura.

E' un peccato averla persa........

io non sono razzista o antisemita, ma ricordo quello che accadde a noi Italiani quando emigrammo nelle varie parti del Mondo.........Dovevamo stare con 2 piedi in una scarpa........


un discorso e' cercare l'integrazione, l'altro e quello di disintegrarsi........perche' e' questo quello che fanno...non si vogliono integrare.

Non so se sbaglio nel dire che a loro fa proprio schifo la nostra societa'....

Io sono del parere che quelli che sono stati coinvolti in questi recenti scontri, dovrebbero essere rispediti a casa loro, anche perche' stavolta e' successo per una MULTA, e la prossima????

Non e' una questione di razzismo, lo ripeto, e' questione, invece, di rispetto.


Ricordate quando volevano chiudere ai tram via Bramante, perche' impediva le loro operazioni di carico e scarico merce?????

Anche in questo caso è una questione di incontro e di dialogo fra culture.

E' giusto il confronto fra le diverse culture.

Considerando che qui siamo in casa nostra con le nostre radici.

Non siamo più terra di conquista.

Noi, nei paesi degli altri, ci siamo integrati quanto basta per ricevere rispetto e diritti.

Non possiamo accettare che questi signori invece di integrarsi vogliano impossessarsi della nostra economia e del nostro spazio.

Come ospiti devono ricevere ospitalità, ma senza approfittare della disponibilità riconosciuta in tutto il mondo.

Pino

E' una questione di "DIRITTI" riconosciuti anche a:
prostitute gay omesessuali animali, di tutte le razze ed etnie e chi più ne ha..............


non eravate voi a sbandierarli ?? sobbarcatevi le conseguenze
non fatevi ferire al tallone mentre attaccate
ora armatevi e partite

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Scritto da: Salute a Tutti 14/04/2007 19.41
E' una questione di "DIRITTI" riconosciuti anche a:
prostitute gay omesessuali animali, di tutte le razze ed etnie e chi più ne ha..............


non eravate voi a sbandierarli ?? sobbarcatevi le conseguenze
non fatevi ferire al tallone mentre attaccate
ora armatevi e partite

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A chi ti stai rivolgendo?

Di rimpetto al mio portone abita una zingara e fam.

vado a domandarglielo....chissa mi fa le carte