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Cei: ''Incoerenti i politici che votano i Dico''

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2007 00:08
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''Votare contro un progetto di legge che riconosca le coppie gay''

Lo afferma la Nota dei vescovi sul progetto di legge sulle unioni civili diffusa oggi dalla Conferenza Episcopale Italiana. ''Il fedele cristiano non 'puo' appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica''

Citta' del Vaticano, 28 mar. (Adnkronos) - I cattolici che sostengono la legalizzazione delle unioni di fatto sono incoerenti. E' quanto si legge nella Nota dei vescovi sul progetto di legge dei Dico diffusa oggi dalla Cei. ''Una parola impegnativa ci sentiamo di rivolgere specialmente ai cattolici che operano in ambito politico'', affermano i vescovi nel testo.

''Lo facciamo - prosegue la Nota - con l'insegnamento del Papa nella sua recente Esortazione apostolica post-sinodale Sacramentum Caritatis: 'i politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana''', tra i quali rientra ''la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna'''

E ancora: ''I Vescovi - afferma ancora il Pontefice nel documento citato dalla Cei - sono tenuti a richiamare costantemente tali valori; cio' fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato'' . ''Sarebbe quindi incoerente - si legge nella Nota - quel cristiano che sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto''.

La Nota della Cei richiama esplicitamente, per motivare la posizione espressa rispetto ai cattolici impegnati in politica, due documenti della Congregazione per la dottrina della fede del 2003 e del 2002, quando l'organismo vaticano era guidato da Joseph Ratzinger.

''In particolare - scrivono i vescovi - ricordiamo l'affermazione precisa della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui, nel caso di 'un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge' (Considerazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, 3 giugno 2003, n. 10)''.

Quindi il testo prosegue: ''Il fedele cristiano e' tenuto a formare la propria coscienza confrontandosi seriamente con l'insegnamento del magistero e pertanto non 'puo' appellarsi al principio del pluralismo e dell'autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della societa'' (Nota dottrinale della Congregazione per la Dottrina della Fede circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica, 24 novembre 2002, n. 5)''.

La Cei tuttavia, ribadisce di ''non avere interessi politici da affermare'', ma di sentire ''solo il dovere di dare un contributo al bene comune, sollecitati oltretutto dalle richieste di tanti cittadini che si rivolgono a noi''. Quindi i vescovi italiani affermano di essere convinti ''insieme con moltissimi altri, anche non credenti, del valore rappresentato dalla famiglia per la crescita delle persone e della società intera''. ''Ogni persona- affermano ancora - prima di altre esperienze, è figlio, e ogni figlio proviene da una coppia formata da un uomo e una donna. Poter avere la sicurezza dell'affetto dei genitori, essere introdotti da loro nel mondo complesso della società, è un patrimonio incalcolabile di sicurezza e di fiducia nella vita''. ''E questo patrimonio - si legge ancora nel testo - è garantito dalla famiglia fondata sul matrimonio, proprio per l'impegno che essa porta con sé''.

I vescovi esprimono infine la loro comprensione per il travaglio di molti cattolici impegnati in politica in questa fase. ''Comprendiamo la fatica e le tensioni sperimentate dai cattolici impegnati in politica - si legge nel testo diffuso oggi - in un contesto culturale come quello attuale, nel quale la visione autenticamente umana della persona e' contestata in modo radicale. Ma è anche per questo che i cristiani sono chiamati a impegnarsi in politica''. ''Affidiamo - conclude la Cei- queste riflessioni alla coscienza di tutti e in particolare a quanti hanno la responsabilità di fare le leggi, affinché si interroghino sulle scelte coerenti da compiere e sulle conseguenze future delle loro decisioni''.

www.adnkronos.com/IGN/Politica/?id=1.0.838815382





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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