per le immagini e' un po' complicato,ma vediamo se funziona
HENRY MATISSE,THE DANCE,1910
KAREL APPEL,IL COCCODRILLO PIANGENTE PROVA A CATTURARE IL SOLE,1956
Su Karel Appel ho trovato anche questo articolo...
www.repubblica.it/2006/05/sezioni/arte/news/karel-appel/karel-appel/karel-ap...
ARTE - GRANDI MAESTRI
Addio Karel
E' morto all'età di 85 anni Karel Appel, fondatore del gruppo Cobra, uno dei più importanti artisti della seconda metà del Novecento
"Il dipingere è distruggere ciò che è stato. Non ho mai cercato di fare un quadro, ma un brano di vita. E' uno specchio, è una notte; è come un bambino, è una tigre dietro le sbarre". Così descriveva la sua arte l'olandese Karel Appel, protagonista delle avanguardie del secondo dopoguerra, scomparso all'età di 85 anni. E' stato il maestro dell'espressionismo in chiave ironica e infantile, il poeta della libertà creativa, quello dei pupazzi grotteschi, delle teste rozze, di figure allucinate simili ad animali alieni, quello che si è dedicato alla riscoperta della creatività spontanea del disegno infantile, il fondatore, in piena crisi culturale europea sulle ceneri del conflitto mondiale, del gruppo CoBrA, votato alla sperimentazione di una pittura nuova, spregiudicata, aggressiva e fantastica, allergica al rigore e all'ordine razionali, tutta giocata su stravolgimenti grotteschi dell'immagine, su colorazioni accese e materiche, sulla violenza del segno, sul filo emotivo dell'astrazione informale.
Con una buona dose di provocazione, come quella profusa nell'affresco realizzato nel '49 per il ristorante del municipio di Amsterdam, che suscitò tanto scalpore da essere coperto per ben dieci anni. Nato ad Amsterdam, affermatosi a Parigi, Karel Appel venne applaudito in tutta Europa e America, ma soprattutto appassionato dell'Italia, scegliendo di dividersi negli ultimi anni tra Firenze e New York. E proprio l'Italia l'ha salutato con la recente grande mostra tenutasi questo inverno a Modena sul movimento dell'Informale europeo, di cui è stato uno dei massimi esponenti, insieme a Dubuffet, Tàpies, Mathieu, Gallizio, Burri, Capogrossi, Fontana, Vedova.
Formatosi sotto l'influenza dell'espressionismo nordico alla Rijksacademie di Amsterdam, cresciuto con la lezione di Picasso e Matisse, oltre allo stesso Dubuffet, è nel 1948 che diede vita prima al gruppo sperimentrale olandese Reflex, insieme ai colleghi Constant e Corneille, e sempre con loro, al gruppo CoBrA, acronimo dalle iniziali delle città di Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam, che raccoglie anche Asger Jorn e Pierre Alechinsky. L'idea di fondo del movimento è prorompente, anche se ebbe breve durata - tre anni. Contrastare il "naturalismo borghese" per pervenire a una nuova rappresentazione della realtà, attingendo all'automatismo dei surrealisti, all'uso del colore aspro e pastoso e ad una deformazione della forma. Sono gli anni in cui Appel codifica una pittura tormentata e felice, che trova nel colore, nel caos dell'impasto cromatico, la sua chiave stilistica.
Dopo lo scioglimento di Cobra, con Jorn parteciperà al "Mouvement International pour un Bauhaus Imaginiste", e persino agli Incontri internazionali della ceramica di Alba, per i quali realizzerà monumentali e iper-colorate sculture, ricorrendo a tronchi d'albero, blocchi di legno d'olivo e alluminio. Gli anni Cinquanta, legati al suo soggiorno parigino, proseguono per Appel all'insegna di una pittura dalla carica aspra e vulcanica, tra incontri memorabili, esposizioni e premi. Tramite lo scrittore Ugo Claus, conobbe Michel Tapié, che gli organizzerà diverse mostre, come la personale, nel 1953, al Palais de Beaux-Arts di Bruxelles. Alla Biennale di Venezia del '54 riceve il premio dell'Unesco mentre nel 1956 gli viene commissionata una pittura murale per il ristorante dello Stedelijk Museum. L'anno successivo è in Messico e negli Stati Uniti per poi vincere un premio di grafica alla Biennale di Ljubljana in Iugoslavia. E nel '59 conquista il premio internazionale per la Pittura alla Biennale di San Paolo.
A partire dalla seconda metà degli anni '60 e per tutti gli anni '70, l'aggressività pittorica si stempera. La stesura appare più morbida e le immagini si fanno più chiare e definite. Appel sembra puntare più alla ricerca dello spazio scenico. Sono gli anni anche di importanti personali, al Centre National d'Art Contemporain di Parigi e allo Stedelijk Museum di Amsterdam, alla Kunsthalle di Basel e al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, fino al Centraal Museum di Utrecht, e alla retrospettiva itinerante in Canada e negli Stati Uniti. Sono anche gli anni in cui l'artista firma diverse pitture murali per edifici pubblici. E contemporaneamente viene presentato il film "La réalité de Karel Appel", diretto da Jan Frijman con musiche di Dizzy Gillespie. Ma, come aveva testimoniato a Modena, dagli anni Ottanta, quella morbidezza delle immagini a lungo corteggiata, verrà brutalmente tradita per il vecchio amore, ritornando alla pittura dura e violenta degli anni precedenti. Seguendo l'estetica della pittura neoespressionista, Appel ingigantisce le dimensioni dei quadri, ricarica i pennelli con i colori di un tempo e li scaraventa sulla tela.
LAURA LARCAN
(5 maggio 2006)
[Modificato da pcerini 21/03/2007 13.06]
[Modificato da pcerini 21/03/2007 13.15]