Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!



   
 
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

La replica di Corrado Augias

Ultimo Aggiornamento: 02/04/2007 17:38
01/03/2007 11:30
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

da www.repubblica.it/2007/03/sezioni/spettacoli_e_cultura/libro-processo/teologia-racconta/teologia-racco...

Ieri in Laterano il convegno su Dan Brown e Augias
"Ritengo che si capisca molto meglio proprio se si prescinde dalla fede"
"Io, processato dalla Chiesa
per il mio libro su Gesù"
di CORRADO AUGIAS


Corrado Augias
Ho assistito nei sontuosi palazzi lateranensi al "processo" contro i libri che pretendono di esaminare la figura di Gesù fuori dall'ortodossia della Chiesa: imputati impliciti o dichiarati Il Codice da Vinci e l'Inchiesta su Gesù che ho scritto con Mauro Pesce. Naturalmente non è stato un processo vero e proprio, ma una reprimenda. Affidata alla grande dottrina di monsignor Romano Penna che credo di poter così condensare: non si può parlare di Gesù senza misurarsi con le fonti.

Queste fonti sono al 99 per cento scritti di fede; ergo non si può parlare di Gesù senza la fede. Più volte, nel corso di questi mesi, ho sentito ripetere la tesi che non si può capire Gesù se si prescinde dalla fede, cioè valutandolo solo in base ai documenti e alla storia.
La mia idea è opposta: ritengo che Gesù si capisca molto meglio proprio se si prescinde dalla "fede" ovvero dalla teologia che nel corso dei secoli è stata costruita su di lui fin quasi a nasconderlo sotto un pesante mantello. La costruzione di una dottrina ha richiesto lo sforzo immane di rendere coerente ogni dettaglio della sua esistenza, anche nei periodi meno documentati.

La dottrina è complicata, ma Gesù è semplice. Egli parlava agli umili, per la gran parte poveri contadini analfabeti, il suo messaggio era diretto, le sue metafore prese dalla vita dei campi, dal succedersi delle stagioni. Si prova un profondo sollievo quando si esce dai fumi della teologia per avvicinarsi direttamente a lui. L'approccio di tipo storico è del resto giustificato dalla straordinaria riscoperta, negli ultimi sessanta anni, di molti documenti ebraici e cristiani antichi. Anche i vangeli canonici, letti alla luce di questa nuova documentazione, acquistano un senso diverso. Opporre la ricerca storica alla fede, renderle per così dire, nemiche, non è un giusto. Ha scritto il professor Pesce: "La ricerca storica non dipende né dalla fede, né dalla non-fede. Non impedisce di credere e non costringe a credere. E' una cosa diversa. Negare una conoscenza razionale indipendente dalle fedi, significa condannare la nostra società a una radicalizzazione dello scontro tra credenti e non credenti o tra credenti di fedi diverse".

Trovo appropriate queste parole del professor Norelli (Università di Ginevra): "La conoscenza storica ha le sue regole. Una di esse è che non è lecito allo storico pronunziarsi sulla realtà di Dio e sulla sua azione nella storia".

Un'altra accusa che mi è stata rivolta più volte è di aver insinuato la possibilità di rapporti omosessuali nella cerchia intorno a Gesù. Io ho fatto solo domande su un tema da qualche tempo ipotizzato. Il professor Pesce ha risposto che le voci sono infondate. Era mio dovere di cronista fare anche domande scomode. Insistere sull'argomento rivela a mio parere la difficoltà di trovare obiezioni più fondate. Ma la cosa che forse ha offeso di più il professor Pesce e me è averci accomunato nel biasimo a Dan Brown. Il suo libro è un romanzo, a mio parere mediocre. Il nostro è stato un tentativo di ritrovare in Gesù un affascinante connotato umano che spesso proprio la teologia gli ha sottratto.


(1 marzo 2007)
Email Scheda Utente
OFFLINE
01/03/2007 11:40
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Augias è una persona seria e un discreto scrittore, intervistatore, è uno che va a fondo, non si ferma alle apparenze, e come si puo notare, si avvale della consulenza di validi ricercatori
non puo essere accomunato a Dan Brawn
ne tantomeno Pesce, seguo da anni con molto piacere le trasmissioni di Augias.
Grazie per questo articolo
[SM=g27985]

[Modificato da helenhelen 01/03/2007 11.44]

26/03/2007 12:40
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Ripropongo il post di Andrea (www.animelibere.net)

Finalmente qualche cattolico che riesce ad essere prima un professore professionista e poi un credente:



Romano Penna: sono stato frainteso (Lettera a Repubblica)
Di Admin (del 04/03/2007 @ 04:09:01, in Il libro: Inchiesta su Gesù, linkato 132 volte)
Caro dott. Augias, Le scrivo a proposito dell’articolo apparso l’altroieri su questo giornale e intitolato «“Sciocchezze, errori e falsità”: così la Chiesa processa i best seller». Le chiedo la cortesia di ospitare queste mie righe, motivate dal fatto che là, oltre il sensazionalismo del titolo, sono riportate parole attribuite a me e che invece non riferiscono adeguatamente il mio pensiero: evidentemente l’intervista telefonica non aveva permesso né a me di esprimermi correttamente né all’intervistatore di comprendere esattamente quanto intendevo dire.

Ecco dunque le mie precisazioni ‘autentiche’. Prima di tutto nego decisamente che si possano porre sullo stesso piano il libro di Dan Brown e quello di Augias-Pesce: tra i due passa la stessa differenza che c’è tra un romanziere e un ricercatore di laboratorio. Mi limito perciò a parlare del secondo. A questo proposito, dev’essere anzitutto ben chiaro che io stimo il Prof. Pesce come uno dei migliori studiosi delle origini cristiane oggi esistenti in Italia. Il libro che egli ha scritto insieme a Lei, di cui ho sempre apprezzato l’onestà intellettuale, è un bell’esempio di applicazione della critica storica alla ricostruzione della figura del Gesù terreno, che, come sanno tutti gli studenti delle nostre Facoltà, sta al di là delle (eppure anche dentro le) fonti che ce ne tramandano l’identità. È necessario, perciò, parlare di Gesù non solo dal punto di vista devozionale o dogmatico, essendo ben consci che la stessa devozione e la dogmatica hanno tutto da guadagnare da una ricollocazione storica di Gesù nel suo tempo e nel suo ambiente. E se la fede cristiana sa che egli ha una statura tale da travalicare quel tempo e quell’ambiente, anche la ragione sa che di quei parametri non solo non si può fare a meno ma pure che essi sono indispensabili per comprendere a fondo, detto in termini teologici, il dato incomparabile dell’incarnazione. L’alternativa sarebbero soltanto forme deprecabili di fondamentalismo. E invece, anche la ragione credente ha i suoi diritti!

Il libro in questione, dunque, rende un servizio utile a chiunque. Dire poi che le dichiarazioni di Pesce sono minimaliste (il termine è infelice perché ambiguo) significa soltanto riconoscere che egli opera da storico, limitandosi alla fisionimia religioso-culturale di Gesù e tralasciando di approfondire il discorso sulle ermeneutiche di fede sviluppatesi su di lui dopo l’evento pasquale, documentate nel canone neotestamentario. Io stesso, però, sostengo che la risurrezione di Gesù non può essere qualificata come evento storico, essendo invece storico il dato della fede dei discepoli in lui risorto. D'altronde, riconosco che, quando ci si esprime su un qualunque oggetto di dibattito, non si può sempre scrivere una enciclopedia che dica tutto il dicibile!

Perciò il libro di Augias-Pesce, come succede anche per quanto io stesso ho modo di pubblicare, non chiude il dibattito: semmai lo rinfocola. Tuttavia questo è il bello, cioè che la ricerca (e lo stesso vale per la fede!) non si chiude mai in se stessa ma si apre a sempre nuovi orizzonti, sapendo che la posta in gioco è inesauribile.



Romano Penna

docente di origini cristiane

alla Pontificia Università Lateranense
02/04/2007 17:38
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Augias e Pesce difesi da Giorgio Otranto

da www.mauropesce.net/dblog/articolo.asp?articolo=19

GIORGIO OTRANTO

Professore di storia del cristianemo

Università di Bari



La discussione sulla religione è uno dei tratti salienti della cultura contemporanea; la religione, oggi ancor più che in passato, è entrata in molti ambiti dell'espressione e della comunicazione, dalla saggistica di alta divulgazione, alla stampa, al teatro, al piccolo e grande schermo: uno dei temi più presenti nel dibattito attuale riguarda la figura dell'Uomo di Nazareth, letta e interpretata non sempre sulla base di una approfondita conoscenza delle fonti storiche, canoniche e apocrife.

Ne è purtroppo un esempio il Codice da Vinci che, va detto con chiarezza, non ha nulla in comune con il volume di Corrado Augias e Mauro Pesce (Inchiesta su Gesù. Chi era l'uomo che ha cambiato il mondo, Mondadori ed., pp.263, euro 17.00). Nei loro ambiti professionali gli autori sono molto noti: giornalista, incisivo comunicatore e autore di diversi libri di successo il primo, fine esegeta del Nuovo Testamento e autore di testi importanti sulle origini cristiane e su Gesù di Nazareth il secondo del quale va segnalato anche un interessante volume pubblicato nel 2006 dalla Morcelliana (Forme culturali del cristianesimo nascente).

Il volume di Augias-Pesce oggetto di attacchi talvolta ingenerosi da una certa critica cattolica, è stato accusato di presentare una ricostruzione di parte, di fare un uso selettivo delle fonti e degli studi e di contenere un attacco frontale alla fede cristiana: accusa tanto grave quanto ingiustificata per un libro che si propone non di scalfire il fondamento teologico del cristianesimo, ma solo di diffondere, sul piano storico, e presso il grande pubblico, la conoscenza del dibattito scientifico sulla figura di Gesù.

Il volume presenta diverse opinioni al riguardo, partendo evidentemente non dal punto di vista della fede, ma percorrendo un itinerario storico-critico ed evidenziando, a mio parere, sostanziale rispetto per la religione cristiana.

La forma della comunicazione prescelta (il dialogo-intervista) può apparire non del tutto adeguata ai contenuti complessi e problematici affrontati. Tuttavia non può negarsi a Pesce il diritto di presentare le risultanze della ricerca storica e ad Augias quello di porre domande dal proprio punto di vista di giornalista che interpreta il sentire comune e si interroga su Gesù di Nazareth. Certo spiace che ogni proposta apparentemente non «canonica» continui a suscitare ancora accuse e anatemi.


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 03:57. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com