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Articolo sul libro-scandalo di Ariel Toaff.

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2007 10:33
21/02/2007 15:14
 
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Nell'ebraismo l'uso rituale del sangue è impensabile
un libro dello storico Ariel Toaff e la risposta dei rabbini italiani

Testata:Corriere della Sera - La Stampa
Autore: Antonio Carioti - Sergio Luzzatto - Elena Loewenthal



Dal CORRIERE della SERA del 7 febbraio 2007

La questione è straordinariamente delicata, tocca un nodo cruciale e quanto mai doloroso nei rapporti tra ebraismo e cristianesimo. Tanto che i rabbini d'Italia si sono sentiti in dovere d'intervenire con un documento ufficiale.
Ieri il «Corriere della Sera» ha recensito, con un articolo di Sergio Luzzatto, un libro di Ariel Toaff dal contenuto sconvolgente. Secondo l'autore di Pasque di sangue (edito dal Mulino), la gravissima accusa di omicidio rituale rivolta per lunghi secoli agli ebrei, che avrebbero ucciso bambini cristiani per usare il loro sangue nelle celebrazioni pasquali, non sarebbe del tutto priva di fondamento. Toaff, docente di Storia del Medioevo e del Rinascimento presso la Bar-Ilan University in Israele, sostiene che tra il XII e il XV secolo alcuni ambienti integralisti del giudaismo ashkenazita avrebbero effettivamente praticato riti del genere. Il che getterebbe nuova luce su molti terribili episodi, che videro ebrei incarcerati, torturati e uccisi sulla base di accuse che fino ad ora si ritenevano soltanto frutto di allucinazioni antisemite.
Contro la tesi di Toaff è giunta ieri una presa di posizione molto netta degli esponenti religiosi israeliti: «Non è mai esistita nella tradizione ebraica — si legge nel comunicato — alcuna prescrizione né alcuna consuetudine che consenta di utilizzare sangue umano ritualmente. Questo uso è anzi considerato con orrore». Parole sottoscritte da firme della massima autorevolezza: il presidente dell'Assemblea dei rabbini d'Italia, Giuseppe Laras, il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, Renzo Gattegna, e tutti i rabbini capi, come Riccardo Di Segni (Roma), Alfonso Arbib (Milano), Alberto Somekh (Torino), Alberto Sermoneta (Bologna) Giuseppe Momigliano (Genova), Joseph Levi (Firenze), Elia Richetti (Venezia).
Aspro il giudizio sulla ricerca di Toaff, al quale si è associato anche il padre dello studioso, Elio Toaff, che è il rabbino emerito di Roma: «È assolutamente improprio — afferma il comunicato — usare delle dichiarazioni estorte sotto tortura secoli fa per costruire tesi storiche tanto originali quanto aberranti. L'unico sangue versato in queste storie è quello di tanti innocenti ebrei massacrati per accuse ingiuste e infamanti». Il riferimento è a processi come quello tenuto a Trento dopo il ritrovamento di un bambino morto, Simonino, nel 1475. Quindici ebrei furono condannati a morte con l'accusa di aver ucciso il piccolo per motivi rituali. E Simonino venne beatificato. Solo in seguito al Concilio Vaticano II, nel 1965, il culto fu soppresso, anche in segno di rispetto verso il mondo ebraico. Il caso sembrava chiuso. Ora il libro di Toaff, che alla vicenda di Trento dedica molto spazio, riapre in qualche modo la ferita, sia pure solo all'interno del mondo ebraico.

Riportiamo di seguito in modo più completo la dichiarazione dei rabbini italiani:

"Non è mai esistita nella tradizione ebraica alcuna prescrizione né alcuna consuetudine che consenta di utilizzare sangue umano ritualmente. Questo uso è anzi considerato con orrore. E' assolutamente improprio usare delle dichiarazioni estorte sotto tortura secoli fa per costruire tesi storiche tanto originali quanto aberranti. L'unico sangue versato in queste storie è quello di tanti innocenti ebrei massacrati per accuse ingiuste e infamanti".

Di seguito, l'articolo di Luzzatto:

Trento, 23 marzo 1475. Vigilia di Pesach,
la Pasqua ebraica. Nell'abitazione-sinagoga di un israelita di origine tedesca, il prestatore di denaro Samuele da Norimberga, viene rinvenuto il corpo martoriato di un bimbo cristiano: Simonino, due anni, figlio di un modesto conciapelli.
La città è sotto choc. Unica consolazione, l'indagine procede spedita. Secondo gli inquirenti, hanno partecipato al rapimento e all'uccisione del «putto» gli uomini più in vista della comunità ebraica locale, coinvolgendo poi anche le donne in un macabro rituale di crocifissione e di oltraggio del cadavere. Perfino Mosé «il Vecchio», l'ebreo più rispettato di Trento, si è fatto beffe del corpo appeso di Simonino, come per deridere una rinnovata passione di Cristo. Incarcerati nel castello del Buonconsiglio e sottoposti a tortura, gli ebrei si confessano responsabili dell'orrendo delitto. Allora, rispettando il copione di analoghe punizioni esemplari, i colpevoli vengono condannati a morte e giustiziati sulla pubblica piazza.
Durante troppi secoli dell'era cristiana, dal Medioevo fino all'Ottocento, gli ebrei si sono sentiti accusare di infanticidio rituale, perché quelle accuse non abbiano finito con l'apparire alla coscienza moderna niente più che il parto di un antisemitismo ossessivo, virulento, feroce. Unicamente la tortura — si è pensato — poteva spingere tranquilli capifamiglia israeliti a confessare di avere ucciso bambini dei gentili: facendo seguire all'omicidio non soltanto la crocifissione delle vittime, ma addirittura pratiche di cannibalismo rituale, cioè il consumo del giovane sangue cristiano a scopi magici o terapeutici. Impossibile credere seriamente che la Pasqua ebraica, che commemora l'esodo degli ebrei dalla cattività d'Egitto celebrando la loro libertà e promettendo la loro redenzione, venisse innaffiata con il sangue di un goi katan, un «piccolo cristiano»! Più che mai, dopo la tragedia della Shoah, è comprensibile che l'«accusa del sangue» sia divenuta un tabù. O piuttosto, che sia apparsa come la miglior prova non già della perfidia degli imputati, ma del razzismo dei giudici. Così, al giorno d'oggi, soltanto un gesto di inaudito coraggio intellettuale poteva consentire di riaprire l'intero dossier, sulla base di una domanda altrettanto precisa che delicata: quando si evoca tutto questo — le crocifissioni di infanti alla vigilia di Pesach, l'uso di sangue cristiano quale ingrediente del pane azzimo consumato nella festa — si parla di miti, cioè di antiche credenze e ideologie, oppure si parla di riti, cioè di eventi reali e addirittura prescritti dai rabbini?
Il gesto di coraggio è stato adesso compiuto. L'inquietante domanda è stata posta alle fonti dell'epoca, da uno storico perfettamente attrezzato per farlo: un esperto della cultura alimentare degli ebrei, tra precetti religiosi e abitudini gastronomiche, oltreché della vicenda intrecciata dell'immaginario ebraico e di quello antisemita. Italiano, ma da anni docente di storia medievale in Israele, Ariel Toaff manda in libreria per il Mulino un volume forte e grave sin dal titolo, Pasque di sangue.
Magnifico libro di storia, questo è uno studio troppo serio e meritorio perché se ne strillino le qualità come a una bancarella del mercato. Tuttavia, va pur detto che Pasque di sangue
propone una tesi originale e, in qualche modo, sconvolgente. Sostiene Toaff che dal 1100 al 1500 circa, nell'epoca compresa tra la prima crociata e l'autunno del Medioevo, alcune crocifissioni di «putti» cristiani — o forse molte — avvennero davvero, salvo dare luogo alla rappresaglia contro intere comunità ebraiche, al massacro punitivo di uomini, donne, bambini. Né a Trento nel 1475, né altrove nell'Europa tardomedievale, gli ebrei furono vittime sempre e comunque innocenti. In una vasta area geografica di lingua tedesca compresa fra il Reno, il Danubio e l'Adige, una minoranza di ashkenaziti fondamentalisti compì veramente, e più volte, sacrifici umani.
Muovendosi con straordinaria perizia sui terreni della storia, della teologia, dell'antropologia, Toaff illustra la centralità del sangue nella celebrazione della Pasqua ebraica: il sangue dell'agnello, che celebrava l'affrancamento dalla schiavitù d'Egitto, ma anche il sangue del prepuzio, proveniente dalla circoncisione dei neonati maschi d'Israele. Era sangue che un passo biblico diceva versato per la prima volta proprio nell'Esodo, dal figlio di Mosè, e che certa tradizione ortodossa considerava tutt'uno con il sangue di Isacco che Abramo era stato pronto a sacrificare. Perciò, nella cena rituale di Pesach, il pane delle azzime solenni andava impastato con sangue in polvere, mentre altro sangue secco andava sciolto nel vino prima di recitare le dieci maledizioni d'Egitto.
Quale sangue poteva riuscire più adatto allo scopo che quello di un bambino cristiano ucciso per l'occasione, si chiesero i più fanatici tra gli ebrei studiati da Toaff? Ecco il sangue di un nuovo Agnus Dei
da consumare a scopo augurale, così da precipitare la rovina dei persecutori, maledetti seguaci di una fede falsa e bugiarda. Sangue novello, buono a vendicare i terribili gesti di disperazione — gli infanticidi, i suicidi collettivi — cui gli ebrei dell'area tedesca erano stati troppe volte costretti dall'odiosa pratica dei battesimi forzati, che la progenie d'Israele si vedeva imposti nel nome di Gesù Cristo.
Oltreché questo valore sacrificale, il sangue in polvere (umano o animale) aveva per gli ebrei le più varie funzioni terapeutiche, al punto da indurli a sfidare, con il consenso dei rabbini, il divieto biblico di ingerirlo in qualsiasi forma.
Secondo i dettami di una Cabbalah pratica tramandata per secoli, il sangue valeva a placare le crisi epilettiche, a stimolare il desiderio sessuale, ma principalmente serviva come potente emostatico. Conteneva le emorragie mestruali. Arrestava le epistassi nasali. Soprattutto rimarginava istantaneamente, nei neonati, la ferita della circoncisione. Da qui, nel Quattrocento, un mercato nero su entrambi i versanti delle Alpi, un andirivieni di ebrei venditori di sangue umano: con le loro borse di pelle dal fondo stagnato, e con tanto di certificazione rabbinica del prodotto, sangue kasher...
Risale a vent'anni fa un libretto del compianto Piero Camporesi, Il sugo della vita (Garzanti), dedicato al simbolismo e alla magia del sangue nella civiltà materiale cristiana. Vi erano illustrati i modi in cui i cattolici italiani del Medioevo e dell'età moderna riciclarono sangue a scopi terapeutici o negromantici: come il sangue glorioso delle mistiche, da aggiungere alla polvere di crani degli impiccati, al distillato dai corpi dei suicidi, al grasso di carne umana, entro il calderone di portenti della medicina popolare. Con le loro «pasque di sangue», i fondamentalisti dell'ebraismo ashkenazita offrirono la propria interpretazione — disperata e feroce — di un analogo genere di pratiche. Ma ne pagarono un prezzo enormemente più caro.

Infine, il commento di Elena Loewenthal pubblicato dalla STAMPA

Il passato ha misure tutte sue e la distanza nel tempo è una variabile arbitraria, capace di mostrare le cose per il verso giusto ma anche di sfalsarle fino al punto in cui non si riconoscono più. L’ultimo libro, ancora soltanto in uscita, di Ariel Toaff – storico israelo-italiano, docente all’Università Bar Ilan (ateneo «ortodosso» di Tel Aviv), intitolato Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali (il Mulino), sta suscitando un pandemonio nei suoi (ancora virtuali) lettori nonché nell’opinione pubblica ebraica.
La tesi di questo studioso, figlio del grande Elio Toaff, è sostanzialmente quella che le deposizioni degli ebrei interrogati nel corso del Medioevo dall’Inquisizione vadano prese, almeno in una certa misura, alla lettera. Studiate dunque queste confessioni, estorte sotto tortura agli ebrei incolpati delle uccisioni rituali, dal 1100 al 1500, nella zona di lingua tedesca compresa fra il Reno, il Danubio e l’Adige, Ariel Toaff sostiene che alcune crocifissioni di bambini cristiani siano avvenute davvero, allo scopo di procurasene il sangue per «condire» il pane. Una minoranza di ebrei askenaziti fondamentalisti avrebbe dunque compiuto veramente e più volte sacrifici umani. Quel sangue serviva per le azzime, il pane non lievitato che accompagna la festa di Pesach e per il vino della cena rituale che commemora l’Esodo dall’Egitto. E a tutto questo non sarebbero stati estranei alcuni rabbini di quella zona che avrebbero sfidato il dettame biblico di non ingerire il sangue in qualsiasi forma.
Questa tesi sconcerta o lascia increduli vari esponenti dell’ebraismo italiano, quali il rabbino Riccardo Di Segni, che ha preso il posto di Elio Toaff alla guida dell’ebraismo italiano ed è, oltre che medico, uno studioso di grande livello. Insieme a lui insorgono tutti i rabbini italiani. La protesta è accomunata da un dolore indignato, ma soprattutto da una sostanziale incredulità. Questo scavo nel passato è infatti stato condotto essenzialmente su deposizioni estorte con la tortura. E, come dice l’ebraismo, un uomo non va colto nell’ora di quel dolore che sfigura invece di sublimare, che ti fa dire, pensare e fare cose che non hanno nulla a che vedere con la realtà.
Ma ieri è arrivata anche la controreplica di Toaff figlio. «Quella dei rabbini è una dichiarazione obbrobriosa: se, prima di giudicare, avessero letto il libro se la sarebbero tranquillamente potuta risparmiare. E mi dispiace che abbiano trascinato anche mio padre. È difficile fare ricerca storica di fronte a preconcetti: nel mio libro, più di 400 pagine, ho voluto verificare se fosse soltanto uno stereotipo del pregiudizio antiebraico quello dell’uso di sangue cristiano per impastare le azzime di Pesach. Le mie ricerche dicono, nel Medioevo, alcune frange di ebrei fondamentalisti non rispettassero il divieto biblico di assumere sangue e che invece lo utilizzassero a scopo terapeutico. Non solo, queste frange facevano parte di quella vasta fascia di popolazione ebraica che aveva subito persecuzioni durissime a causa delle Crociate. Da questo trauma scaturì un desiderio di vendetta che in alcuni casi ha prodotto, in quelle frange, una serie di controreazioni tra le quali anche l’omicidio rituale di bambini cristiani».
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«Mi scuso con quelli che sono stati offesi»

Ariel Toaff: «Fermo pubblicazione del libro»

Lo storico chiede alla casa editrice di bloccare la diffusione del discusso «Pasqua di sangue»

Ariel Toaff ha chiesto alla casa editrice «Il Mulino» di bloccare la pubblicazione del libro «Pasqua di sangue». In un comunicato diffuso dall'università Bar Ilan di Tel Aviv, lo storico si è scusato con «tutti coloro che sono stati offesi dagli articoli e dai fatti distorti attribuiti a me e al mio libro». Nel comunicato - riprodotto dall'edizione elettronica Ynet del quotidiano Yediot Ahronot - Toaff, docente di storia della Bar Ilan, ha spiegato di volere «rielaborare quei passaggi che hanno dato spunto ad alcune distorsioni». Una decisione presa dopo le numerose polemiche suscitate dalle tesi di Toaff sulle crocifissioni di infanti alla vigilia di Pesach e sull'uso di sangue cristiano quale ingrediente del pane azzimo consumato nella festa.

RINCRESCIMENTO - Lo storico ha inoltre annunciato che devolverà i proventi della vendita del libro alla 'Anti Defamation Ligue', l'organizzazione ebraica di New York che combatte gli episodi di anti-semitismo, esprimendo «profondo rincrescimento per le interpretazioni errate attribuite a me o al mio libro che feriscono il popolo ebraico». «Ho assunto questi passi - ha scritto nel comunicato Toaff - per prevenire un ulteriore uso distorto del mio libro per la propaganda anti-semita».
15 febbraio 2007

fonte:
www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/02_Febbraio/14/ari...



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Avevo seguito, su Matrix, l'intervista di Mentana al prof. Toaff, uno dei massimi esperti di storia degli ebrei in Italia!

Il docente Ariel Toaff, nonostante l'indiscussa competenza a livello mondiale, con la pubblicazione del suo ultimo libro, ha scatenato reazioni di sdegno, negli ambienti ebrei.

Ariel non intende fare marcia indietro, vuole solo correggere dei punti, nel suo libro di 400 pagine, che potrebbero essere travisati.

Saluti
Pino



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21/02/2007 16:46
 
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Da quello che si puo' capire dagli scarni articoli e dall'intervista televisiva di Ariel Toaff,le vicende denunciate nel suo libro fanno riferimento ad affermazioni/confessioni di ebrei che pativano le torture dell'Inquisizione,si cui esiste qualche documento,il problema invece e' che non esistono documenti o testimonianze di persone che attestassero simili usanze in situazioni che non fossero quelle di tortura.

Sulla base di questi pochi elementi si gioca tutta la diatriba,e' chiaro che l'interpretazione piu' plausibile che si puo' fare e' che si trattassero in effetti di esagerazioni dovute al clima antisemita che si respirava a quei tempi.

Infatti,l'autore stesso parla di interpretazioni senza avere tuttavia in mano documenti che attestino in qualche modo lo scandalo dei "putti" cristiani.E' acnhe possibile che su di una reale usanza come quella di usare il sangue sacrificali degli animali si sia innestata un vero e proprio sfruttamento da parte degli organi dell'Inquisizione.Anche se esisteva un certo commercio clandestino di sangue in barba ai precetti veterotestamentari,mi sembra abbastanza improbabile che il sangue appartenesse ai "putti" ma che invece derivasse da sacrifici animali,puo' benissimo essere l'effetto di una propaganda inquisitoria.

Paolo

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23/02/2007 07:55
 
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Ariel Toaff (figlio del rabbino d'Italia )
ha pubblicato il suo libro «Pasque di sangue»,
presso le Edizioni "il Mulino" di Bologna.
Libro ritirato per...... "autocensura"!
---
Le pressioni devono essere state tremende. Anche quelle familiari.
Oggi il padre, a caldo, ha immediatamente rilasciato un’intervista a La Repubblica, in cui ha definito la decisione del figlio di ritirare il libro «un gesto opportuno, necessario. Vuol dire che mio figlio Ariel ha capito. Ma significa anche che le critiche che sono state fatte nei confronti del suo libro sono state giuste… E’ bene che questa storia sia finita così».
E poi ha commentato: «Mangiare il pane azzimo mischiato al sangue di bambini cristiani uccisi? Aberrante! Un insulto all’intelligenza, alla tradizione, alla storia in generale e al vero senso della religiosità ebraica - commenta con forza il rabbino - e dispiace che a sollevare sciocchezze simili sia stato mio figlio. Ma forse lo ha fatto senza rendersi conto della gravità di certe affermazioni e che queste tematiche, da secoli già condannate dalla storia e dalla tradizione, e non solo di quella ebraica, possono diventare subito argomenti per rilanciare pericolosi sentimenti di antisemitismo e voglie di negazionismo dell’Olocausto. E’ un errore. Ma nella vita tutti possono sbagliare».
Così Ariel Toaff ha alzato bandiera bianca, chiedendo alla casa editrice di ritirare il libro dal commercio.
Le modalità dell’annuncio, dopo i proclami dei giorni scorsi in cui dichiarava che non avrebbe rinunciato «mai alla dedizione verso la verità e la libertà accademica, anche se il mondo mi crocifigge», appaiono quelli di una capitolazione.
Il tono è quello di un uomo distrutto.
----
Lasciamo Ariel Toaff a... godersi i "frutti" del suo REVISIONISMO !

Autore:
Skype:velvetblu



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23/02/2007 09:11
 
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Si,Pino,il problema e' che se si vuole fare ricerca storica seria e obiettiva occorre farlo sulla scorta di precise testimonianze e documenti che non siano influenzati da fattori ideologici,politici,sia contemporanei che quelli attinenti all'epoca dell'Inquisizione in cui certe confessioni venivano estorte con la violenza.


Proprio qui,su "animelibere " ( www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewtop... ) leggevo dal post di Norberto quasi una "indiretta" risposta al libro di Ariel Toaff.

Infatti,nel post vi si legge:
"Ricordo che la millenaria persecuzione razziale attuata dai cattolici ai danni degli Ebrei inizia nel quarto secolo e si fonda, principalmente, sull'accusa di "deicidio" di cui essi si sarebbero macchiati con l'uccisione di Cristo. Sul conto degli ebrei furono diffuse dai cristiani le più assurde ed infami credenze ed accuse, quali quelle che il giudaismo prescriveva sacrifici rituali di cristiani e che gli ebrei impastassero la matzah, il pane azimo pasquale, col sangue dei cristiani. Queste credenze furono sovente la causa di stragi e di linciaggi di ebrei, che vennero perpetrati sino alla fine del diciannovesimo secolo, anche grazie alle infamie ed alle criminali istigazioni razziali diffuse da Civiltà Cattolica, il giornale politico voluto e fondato da Pio IX nel 1850."

Paolo

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[Modificato da pcerini 23/02/2007 9.28]

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Re:

Scritto da: pcerini 21/02/2007 15.14
Incarcerati nel castello del Buonconsiglio e sottoposti a tortura, gli ebrei si confessano responsabili dell'orrendo delitto. Allora, rispettando il copione di analoghe punizioni esemplari, i colpevoli vengono condannati a morte e giustiziati sulla pubblica piazza.



Pur con tutto il rispetto e la partecipazione nonche' la solidarieta' con gli ebrei a leggere quanto sopra sono scoppiato a ridere.

Si, perche' ho avuto una specie di flash immaginando "quella gente" che interveniva nel thread dicendo che son tutte invenzione dei soliti complottatori anticattolici e che l' Inquisizione convinceva a confessare con le buone maniere.

Lo sostennero insieme ad altre amenita' proprio in quel forum a proposito dell' abiura di Galileo ....

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=1825

Ciao
Claudio

[Modificato da Claudio Cava 23/02/2007 9.21]






“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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Proprio qui,su "animelibere " ( www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewtop... ) leggevo dal post di Norberto quasi una "indiretta" risposta al libro di Ariel Toaff.

Paolo

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Ho letto il Post riportato da Norberto, un articolo che mi è sfuggito!
Visto che, Norberto, non lo ha pubblicato anche qui, lo faccio io.
Avevo già scritto sulla vicenda di Luigi Tosti!
Grazie!
Pino



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23/02/2007 10:07
 
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Re: Re:

Scritto da: Claudio Cava 23/02/2007 9.20


Pur con tutto il rispetto e la partecipazione nonche' la solidarieta' con gli ebrei a leggere quanto sopra sono scoppiato a ridere.

Si, perche' ho avuto una specie di flash immaginando "quella gente" che interveniva nel thread dicendo che son tutte invenzione dei soliti complottatori anticattolici e che l' Inquisizione convinceva a confessare con le buone maniere.

Lo sostennero insieme ad altre amenita' proprio in quel forum a proposito dell' abiura di Galileo ....

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=1825

Ciao
Claudio

[Modificato da Claudio Cava 23/02/2007 9.21]




Ho letto la discussione del tuo link,sono saltato dalla sedia e totalmente disgustato a leggere la prima parte di questa frase di Polymetis:

"Dove prego? Minacciare qualcuno di tortura può essere molto efficace, l'aver ceduto non fa di Galileo uno psicolabile."



Ho letto anche la risposta di Epifanio di Salamina che ad un certo punto dice alla fine del suo post:
"L'unica cosa che mi sento di approvare, e l'invito a lasciar perdere queste discussioni." Inutile dirlo,crede di saperla tutta lui la verita' storica.
Anche se il Re di Spagna godeva di una certa autonomia,sta di fatto che l'inquisizione spagnola non puo' venir considerata come un fenomeno caratterizzato solo da una simile connotazione di autonomia che possa esimerla da precise responsabilita' derivanti dall'applicazione del credo religioso ,tutt'altro,anche perche'
la gerarchia ecclesiastica di allora,il Papa in primis,erano informati di cio' che accadeva in quei lidi come denotano anche i registri vaticani,e poteva benissimo emettere delle minacce di scomunica,se cio' non accadde e' perche' evidentemente il papato di allora appoggiava anche l'inquisizione spagnola seppur gestita direttamente dal Re di Spagna.


E' inutile dirlo,il negazionismo accademico di stampo cattolico fa veramente pena oltreche disgustosa (come la prima parte della frase del "sommo pollosofo" che ho riportato all'inizio)!

Paolo

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[Modificato da pcerini 23/02/2007 10.58]

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x Paolo
[SM=x1061979] [SM=x1061979] Ehhh si si in quel sito cattolicità e obiettività vanno proprio d'accordo!!! [SM=x1061946] [SM=x1061946]
Non c'è che dire!!!
Cari saluti Norberto [SM=x1061920]



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

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Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
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