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Ultimo Aggiornamento: 14/03/2007 13:04
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15/02/2006 23:23
 
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Era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi meglio, scoppierei!".
Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva la gestione di un nuovo ristorante.
Il motivo per questo i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento positivo.
Era un motivatore naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era lì a spiegargli come guardare al lato positivo della situazione.
Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi:
"Adesso basta! Spiegami come fai ad essere sempre cosi'positivo, qualunque cosa succeda?"
Lui mi rispose "Vedi, io sono cosi', quando mi sveglio la mattina mi dico oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore.
Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare.
Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita.
"Si, va bè, dissi io, "ma non è sempre cosi facile!"
"Si invece," disse Jerry, "la vita e' tutta fatta di scelte.
A parte le necessità più o meno fisiologiche in ogni situazione c'e' una scelta da fare.
Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente può influire sul tuo umore.
Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore, e quindi in definitiva come vivere la tua vita.
Per molto tempo dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un’altra attività in proprio; mi persi di vista con Jerry, ma spesso ripensai a lui, quando mi trovavo nella situazione di scegliere nella vita invece che subirla. Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente.
Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto soccorso. Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.
Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente, quando gli chiesi come andava mi disse:
"Se stessi meglio, scoppierei - Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?"
Declinai l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile esperienza.
"La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del ristorante" mi disse Jerry,
"poi, quando ero già stato colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di morire”.
"Ma non avevi paura? Non sei svenuto?"
Jerry continuò: " Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu, quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle facce dei dottori e degli assistenti, che mi spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi "quest'uomo e' già morto!"
" ...dovevo assolutamente fare qualcosa"
"E cosa hai fatto?" gli domandai
"C'era questa infermiera veramente grassa che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa."
"Si!", io risposi, a quel punto tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta...
Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gli gridai "Sono allergico alle pallottole!"
Mentre ancora ridevano aggiunsi "Sto scegliendo di vivere. Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto".
Jerry e' sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo atteggiamento positivo.
Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente.
Un atteggiamento positivo, alla fine, vale più di tutto il resto.





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16/02/2006 08:05
 
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ciao Pino,
ottimo brano da leggere di prima mattina, grazie!!
Stamani scelgo di essere di buon umore.
Veramente quando ci sentiamo gli artefici della nostra vita diventiamo vincenti.
Il tuo post mi ha evocato una mia esperienza che voglio raccontare.
Quando 14 anni fa ho saputo di aspettare un bambino mi sono recata da un collega ostetrico della mia zona per gli accertamenti e le visite del caso. Quando ha saputo della mia gravidanza ha cominciato ad elencare i miei problemi fisici abbastanza rilevanti che mi avrebbero impedito di portarla avanti . Si stava organizzando mentalmente per predisporre l'aborto ed io gli ho detto che avrei portato avanti quella gravidanza.
La sua risposta fu " ma questo è un suicidio!" . Non trovai in tutta la zona un ostetrico disposto a seguirmi e dovetti rivolgermi al primario della Patologia Ostetrica dell'ospedale "Gemelli" di Roma.
Al primo ricovero per una valutazione globale della situazione venni a sapere che avevo contratto la toxoplasmosi nel primo mese di gravidanza. Non bastavano i problemi che avevo!!!
In questi casi l'indicazione è l'aborto tanto che alcuni medici dell'ospedale Gemelli mi dissero di trasferirmi in clinica privata e abortire.
Ma continuai ad essere io a decidere e andai avanti.
Ricordo che un collega mi disse:" meno male che sei un medico! come fai a non renderti conto della situazione!!!"
Tornai a casa con la raccomandazione di stare tutto il giorno a letto o in poltrona, riposo assoluto.
Avevo le rate del mutuo da pagare, nessuno che mi aiutava e continuai a lavorare facendo la guardia medica notturna e festiva fino al 5 mese.
Sono stata sempre sola con il mio bambino che avevo deciso di tenere con me e ce l'ho fatta!!!!!!!
All'età di 4 mesi portai Luca a trovare il collega ostetrico che mi aveva visto la prima volta. Quando lo vide chiese come si chiamava e gli disse:" ciao Luca, se fosse stato per me non saresti mai nato".
Io avevo deciso che nascesse per questo sono stata vincente,
con affetto Siria
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13/03/2007 20:46
 
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Scritto da: parliamonepino 15/02/2006 23.23
Era sempre di buon umore ed aveva sempre qualcosa di positivo da dire.
Quando qualcuno gli domandava come stava, rispondeva: "Se stessi meglio, scoppierei!".
Era un manager unico, con un gruppo di camerieri che lo seguivano ogni volta che prendeva la gestione di un nuovo ristorante.
Il motivo per questo i camerieri lo seguivano era che Jerry aveva un grande atteggiamento positivo.
Era un motivatore naturale, se un dipendente aveva la luna storta, Jerry era lì a spiegargli come guardare al lato positivo della situazione.
Trovavo il suo stile molto strano e quindi un giorno gli dissi:
"Adesso basta! Spiegami come fai ad essere sempre cosi'positivo, qualunque cosa succeda?"
Lui mi rispose "Vedi, io sono cosi', quando mi sveglio la mattina mi dico oggi hai una scelta da fare: puoi decidere di essere di buon umore o di cattivo umore, e scelgo di essere di buon umore.
Tutti i giorni mi capita qualcosa di spiacevole, posso fare la vittima oppure imparare qualcosa dai problemi, io scelgo di imparare.
Ogni giorno qualcuno viene da me a lamentarsi, io posso scegliere di subire passivamente le sue lamentele o di trovare il lato positivo della cosa, beh, io scelgo sempre il lato positivo della vita.
"Si, va bè, dissi io, "ma non è sempre cosi facile!"
"Si invece," disse Jerry, "la vita e' tutta fatta di scelte.
A parte le necessità più o meno fisiologiche in ogni situazione c'e' una scelta da fare.
Sei tu a scegliere come reagire in tutte le situazioni, a decidere come la gente può influire sul tuo umore.
Sei tu che scegli se essere di buon umore o di cattivo umore, e quindi in definitiva come vivere la tua vita.
Per molto tempo dopo quell'incontro, ripensai a quello che Jerry aveva detto, poi un giorno lasciai il business della ristorazione e mi dedicai ad un’altra attività in proprio; mi persi di vista con Jerry, ma spesso ripensai a lui, quando mi trovavo nella situazione di scegliere nella vita invece che subirla. Diversi anni dopo, venni a sapere che Jerry aveva commesso un errore imperdonabile per un gestore di ristorante: aveva lasciato la porta posteriore del ristorante aperta una mattina, ed era stato attaccato da tre rapinatori armati; mentre cercava di aprire la cassaforte, le sue mani sudate e tremanti dalla paura non riuscivano a trovare la combinazione ed i rapinatori, presi dal panico, gli avevano sparato ferendolo gravemente.
Fortunatamente Jerry era stato soccorso rapidamente e portato immediatamente al pronto soccorso. Dopo 18 ore di intervento chirurgico ed alcune settimane di osservazione, Jerry era stato dimesso dall'ospedale con frammenti di pallottole ancora nel suo corpo.
Incontrai Jerry circa sei mesi dopo l'incidente, quando gli chiesi come andava mi disse:
"Se stessi meglio, scoppierei - Vuoi dare un'occhiata alle cicatrici?"
Declinai l'invito, ma gli chiesi che cosa gli era passato per la testa durante la terribile esperienza.
"La prima cosa che pensai fu che avrei dovuto chiudere la porta posteriore del ristorante" mi disse Jerry,
"poi, quando ero già stato colpito e mi trovavo per terra, mi ricordai che avevo due scelte: potevo scegliere di vivere o di morire”.
"Ma non avevi paura? Non sei svenuto?"
Jerry continuò: " Gli infermieri furono bravissimi. Continuavano a dirmi che andava tutto bene. Ma fu, quando mi portarono sulla barella in sala operatoria e vidi le espressioni sulle facce dei dottori e degli assistenti, che mi spaventai veramente, potevo leggere nei loro occhi "quest'uomo e' già morto!"
" ...dovevo assolutamente fare qualcosa"
"E cosa hai fatto?" gli domandai
"C'era questa infermiera veramente grassa che continuava a farmi domande, e mi chiese se ero allergico a qualche cosa."
"Si!", io risposi, a quel punto tutti dottori e le assistenti si fermarono ad aspettare che finissi la mia risposta...
Io presi un respiro profondo e con tutte le mie forze gli gridai "Sono allergico alle pallottole!"
Mentre ancora ridevano aggiunsi "Sto scegliendo di vivere. Operatemi come se fossi un vivo, non come fossi già morto".
Jerry e' sopravvissuto grazie alle capacità dei chirurghi, ma anche grazie al suo atteggiamento positivo.
Ho imparato da lui che tutti i giorni abbiamo la scelta di vivere pienamente.
Un atteggiamento positivo, alla fine, vale più di tutto il resto.





Da leggere tutte le mattine!!!



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13/03/2007 21:51
 
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re x Siria e Pino
Finchè ci sono persone così forse vivere ha ancora un senso!!!!
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14/03/2007 09:22
 
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re: un senso
Caro Omegabible,
vivere ha sempre un senso, ognuno di noi deve, se vuole, trovare il suo. Io , tutte le mattine, mi dico ad alta voce, scandendo bene le parole: "IO DECIDO DI STARE BENE CON ME STESSA E CON GLI ALTRI".
E funziona!
Ciao
Diana
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Grazie di queste belle esperienze e un abbraccio grande a tutti
Flavio
[SM=x1061918] [SM=x1061917] [SM=x1061972]
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